Il Quadro finanziario pluriennale 2014-2020 e la strategia “Europa 2020”
Il 2 dicembre 2013 il Consiglio europeo ha approvato il regolamento che disciplina il quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’Unione europea che definisce le priorità di bilancio dell’UE per gli anni dal 2014 al 2020. Questa decisione ha dato il via ai nuovi programmi di finanziamento a partire dal 1° gennaio 2014.
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Il quadro finanziario pluriennale 2014-2020 e la nuova generazione di programmi europei contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020, la strategia lanciata dalla Commissione Europea nel 2010 che propone dei target ambiziosi verso una crescita intelligente, sostenibile e solidale.
Il quadro finanziario pluriennale stabilisce i limiti dei bilanci generali annuali dell’Unione europea. Esso determina gli importi complessivi e gli importi relativi a vari settori di attività che l’UE potrebbe utilizzare in ogni esercizio quando assume obblighi giuridicamente vincolanti in un periodo non inferiore a cinque anni (I recenti QFP si sono solitamente estesi su sette anni). Il Consiglio, previa approvazione del Parlamento europeo, adotta il regolamento relativo al quadro finanziario pluriennale definendo i settori nei quali l’Ue dovrebbe investire maggiori o minori risorse nel periodo 2014-2020.
Gli intensi negoziati avviati dalle istituzioni europee ai fini del raggiungimento di un accordo sul QFP per il periodo 2014-2020 hanno portato all’approvazione di un budget di 960 miliardi di Euro, in termini di impegno di spesa, e di 908 miliardi di euro per gli stanziamenti. La riduzione del 3,5% degli impegni di spesa e del 3,7% dei pagamenti rispetto al QFP del periodo 2007-2013 è espressione del compromesso raggiunto dalle istituzioni Ue in due anni e mezzo di trattative, tra le spinte politiche dell’Unione a favore degli investimenti e della crescita da un lato, e la pressione sul bilancio subita dagli Stati membri a livello nazionale dall’altro.
Lo scopo del regolamento relativo al QFP è di:
• agevolare l’adozione del bilancio annuale dell’UE;
• tradurre le priorità politiche in cifre per un ciclo di bilancio di almeno cinque anni;
• assicurare la disciplina di bilancio per l’UE;
• accrescere la prevedibilità delle finanze dell’UE;
Dalla strategia di Lisbona a “Europa 2020”: la strategia dell’UE per la crescita. Il 2010 avrebbe dovuto essere un anno di svolta per la competitività dell’Unione Europea. L’Agenda di Lisbona (o Strategia di Lisbona), varata dai Capi di Stato e di Governo dell’Unione nel marzo 2000, fissava infatti un obiettivo ambizioso da conseguire entro il 2010: diventare “l’economia basata sulla conoscenza, più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. Per raggiungere tale obiettivo la Strategia indicava agli Stati Membri una serie di interventi e di misure in diversi ambiti fissando anche obiettivi quantitativi a cui tendere, come riferimento per misurare i progressi compiuti.
I paesi in grado di raggiungere i traguardi prefissati entro il tempo stabilito furono tuttavia una minoranza e la capacità dell’Unione di raggiungere gli obiettivi di Lisbona si è dimostrata negli anni insoddisfacente. Alcuni elementi di debolezza interni all’UE emersero più chiaramente di altri: il primo riguardava gli obiettivi scelti e la loro sostanziale uniformità, che non aveva tenuto in debito conto l’eterogeneità dei Paesi europei e i diversi “punti di partenza”; il secondo riguardava il Sistema di Governo, poco incisivo in quanto non dotato di efficaci meccanismi di responsabilizzazione degli Stati Membri rispetto al conseguimento dei risultati.
Anche per queste ragioni, la nuova strategia orientata alla crescita e alla competitività dell’Europa (“Europa 2020”), pur nella continuità delle linee strategiche tracciate da Lisbona, prevede un ruolo diverso per gli Stati Membri nella fissazione degli obiettivi e un diverso Sistema di Governo dell’intero processo.
Con l’approvazione della strategia per la crescita “Europa 2020” l’UE si propone di diventare un’economia intelligente, sostenibile e solidale. Queste tre priorità che si rafforzano a vicenda intendono aiutare l’UE e gli Stati membri a conseguire elevati livelli di occupazione, produttività e coesione sociale. L’Unione si è posta cinque ambiziosi obiettivi – in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale e clima/energia – da raggiungere entro il 2020.
Gli indicatori della strategia Europa 2020:
• Il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro;
• innalzare al 3% del PIL i livelli d’investimento pubblico e privato nella ricerca e lo sviluppo;
• ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 e portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabili nel consumo finale di energia;
• il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve avere una aurea o un diploma;
• 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio povertà.
Per il raggiungimento di tali obiettivi politici, le istituzioni Comunitarie hanno messo a disposizione cospicui finanziamenti a favore di enti pubblici, imprese e associazioni.
Gli obiettivi principali valgono per l’Unione Europea nel suo complesso. Ogni Stato Membro – questa è una differenza fondamentale rispetto all’Agenda di Lisbona – è stato successivamente chiamato a presentare alla Commissione la propria declinazione degli obiettivi (obiettivi nazionali) e la declinazione della strategia attraverso cui raggiungere i propri obiettivi (attraverso lo strumento del Programma Nazionale di Riforma – PNR). Quindi ogni Stato Membro ha negoziato con la Commissione il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi principali tenendo conto della propria situazione di partenza, delle proprie ambizioni, della propria volontà di contribuire alla casa europea.
Ciò che si auspica è che l’alibi degli obiettivi imposti dall’alto, che prescindono dalle differenze nelle condizioni di partenza, in questo modo possa essere definitivamente superato.
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